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AttualitàPrimo piano

Il fenomeno del randagismo, un tema sul quale Frosinone è ancora indietro

È di poche ore fa l’accalappio di un branco di 4 cani randagi che da tempo vagava per le strade di Frosinone e che era ben noto alle istituzioni e a tanti frusinati. Una situazione di pericolo per gli stessi cani, a rischio costante di essere investiti dalle auto, e per i cittadini. Ma, forse, l’aspetto più allarmante era legato alle numerose cucciolate messe alla luce dai 4 cani, un maschio e tre femmine. In tre anni il branco ha fatto nascere 45 cuccioli, che sono andati ad alimentare il randagismo nelle strade del capoluogo. Adesso Macchia, Bimba, Primula e Rebecca sono in un canile e le volontarie dell’Enpa e dell’associazione “Le code degli angeli”, in collaborazione con Germana Grande, si sono già attivate per trovare ai cani una nuova casa.

L’episodio dell’accalappio di questi cani ci offre lo spunto per parlare del fenomeno del randagismo a Frosinone, un tema sul quale la città è terribilmente in ritardo sotto tutti i punti di vista. Le leggi in materia prevedono che il sindaco sia il responsabile di ogni cane randagio presente sul territorio comunale. Questo significa che se un cane particolarmente aggressivo dovesse mordere una persona, sarebbe il primo cittadino a risponderne. Per questa ragione le istituzioni, in primis la Polizia Locale, non possono fare… orecchie da mercante quando vengono contattate in merito alla presenza di un randagio in strada. E una maggiore sensibilità sarebbe auspicabile anche da parte di alcuni cittadini proprietari di cani: da una parte prendendo atto che la sterilizzazione sia una soluzione idonea a combattere il randagismo e dall’altra avendo una maggiore cura dei propri animali, spesso fatti uscire di casa liberamente, e da soli, per espletare i propri bisogni.

Gabriele Margani

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