Dati preoccupanti quelli elaborati sull’occupazione da Rete Eures e Uil Lazio. Si stimano oltre 500 mila disoccupati in tutto il Lazio. I settori in sofferenza sono, soprattutto, il terziario che ha registrato -0,3% e il lavoro autonomo (-7%) nell’ultimo quinquennio. Le fasce più penalizzate sono quelle dei giovani comprese tra i 25 e i 34 anni ed adulti tra i 45 e i 54. Nella provincia di Frosinone sono andati persi 4 mila posti di lavoro negli ultimi 4 anni e questo è molto scoraggiante. Significa che il territorio assume caratteristiche più vicine al Sud che al Nord. I settori traino in Ciociaria sono due: quello farmaceutico, che offre risvolti occupazionali bassi a causa dell’incidenza tecnologica del tipo di lavoro, e quello metalmeccanico, che ha subito una recessione. Basti pensare al settore automobili con Alfa Romeo che registra -49%. Previsioni, dunque, nere.
«In Ciociaria si è registrato uno dei risultati peggiori tra le province prese in esame – dichiara il consigliere provinciale e vicecoordinatore regionale di FI, Gianluca Quadrini -. La crisi del lavoro si fa sempre più grave e l’andamento negativo conferma la difficile realtà occupazionale del Frusinate, dove negli ultimi anni troppe fabbriche, tra le quali alcune di rilievo nazionale e internazionale, sono state costrette a chiudere i battenti, lasciando senza prospettive migliaia di lavoratori e le rispettive famiglie. Questo va assolutamente impedito».
«Per far crescere l’occupazione occorre semplificare il nostro mercato del lavoro e incrementare le politiche attive. Fondamentale è anche la formazione permanente dei lavoratori. Per il rilancio e la reindustrializzazione del territorio – aggiunge Quadrini – bisogna anche intervenire sull’adeguamento e sulla messa in sicurezza delle infrastrutture al servizio delle aree industriali. Senza dimenticare che il nostro territorio è poco sinergico e poco appetibile per nuovi insediamenti produttivi esogeni e si sta facendo poco o nulla per cambiare lo stato delle cose. Quello per il quale ci batteremo è che prevalga una logica di lungimiranza che possa rimettere al centro i giovani ed il lavoro e che stimoli tutti, istituzioni e politica, a trovare soluzioni concrete».