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AttualitàCultura & SpettacoloPrimo piano

Scienza, c’è la firma dell’astronoma frusinate Sara Turriziani sul telescopio Mini-EUSO

Domani 22 agosto dal cosmodromo di Baikonur, in Kazakistan, verrà lanciato con una navetta Soyuz verso la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) un telescopio di nuova generazione che verrà collocato nel modulo russo “Zvezda”. Ad operare con il telescopio anche l’astronauta dell’ESA (Ente Spaziale Europeo) Luca Parmitano, nel corso della sua permanenza a bordo della stazione.Alla realizzazione di questo ingegnoso strumento, che ha l’ambizioso obiettivo di produrre una mappa dell’emissione notturna dei raggi ultra violetti (UV) emessi dal nostro pianeta, ha contribuito anche un’astronoma di Frosinone, la 38enne Sara Turriziani.

Il telescopio Mini-EUSO serve a monitorare le emissioni ultraviolette notturne della Terra per permettere di studiare in dettaglio una serie di fenomeni di origine terrestre, atmosferica e cosmica. Questi fenomeni comprendono per esempio i raggi cosmici di energia più elevata, ovvero particelle cariche più energetiche di quelle prodotte sulla terra da acceleratori come LHC al CERN di Ginevra

Sara, nello specifico, si è occupata in particolare del design e dello sviluppo del software che gestisce le due camere secondarie nel visibile e nel vicino infrarosso, e si è occupata della loro calibrazione a terra. Inoltre, ha partecipato a varie fasi della costruzione dell’esperimento. Quest’ultimo è frutto di un accordo tra l’ASI (Agenzia Spaziale Italiana), l’INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) e Roscosmos (l’Agenzia Spaziale Russa). Nel programma dell’agenzia spaziale russa Mini-EUSO è denominato UV-Atmosphera.

La carriera di Sara

La ricercatrice frusinate ha coltivato la passione per lo studio dell’Universo fin da bambina, grazie ad un libro che la mamma le regalò quando aveva otto anni. La sua passione si è affinata nell’età adulta diventando oggetto di una lunga e approfondita formazione. Ha conseguito due lauree all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, in Fisica e Scienze dell’Universo. Diventa Dottore di Ricerca in Astronomia, con una borsa di dottorato finanziata dall’Agenzia Spaziale Italiana. Insegna, scrive pubblicazioni per riviste internazionali, partecipa a congressi.  Poi il grande passo: nel 2016 viene selezionata dal MIUR (Ministero per l’Istruzione, Università e Ricerca) per una borsa di studio del Postdoctoral Fellowship Program della Japan Society for the Promotion of Science (JSPS) e si trasferisce in Giappone per lavorare al Computational Astrophysics Laboratory del RIKEN, l’istituto di ricerca giapponese equivalente al CNR italiano. Qui entra a far parte della squadra JEM-EUSO (Joint Experiment Missions – Extreme Universe Space Observatory) e lavora all’esperimento Mini-EUSO. Alla scadenza della borsa JSPS di 2 anni, rimane altri 6 mesi presso il RIKEN con un contratto da ricercatore a tempo determinato. Di recente ha iniziato a collaborare con altri astronomi al progetto Open Universe (Open Universe Initiative), proposto nell’ambito della Commissione delle Nazioni Unite sull’uso pacifico dello spazio extra-atmosferico (COPUOS) con il supporto dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari dello spazio extra-atmosferico (UNOOSA).

I.R.

 

 

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