Ceprano, incendiò la macchina del maresciallo: risarcimento di due milioni di euro
Nel dicembre 2011 due uomini diedero fuoco all’auto del maresciallo dei carabinieri di Ceprano Bruno Falena. Ventiquattro ore dopo il terribile accaduto la moglie del comandante ebbe una emorragia cerebrale. A distanza di quasi otto anni, constatando anche l’invalidità della donna, è stata accolta la richiesta dei danni domandata dal legale della famiglia Falena, l’avvocato Nicola Ottaviani. Dunque il mandante e l’esecutore dell’atto incendiario dovranno versare complessivamente due milioni di euro, uno e mezzo per il danno biologico e il resto per danni morali.
Nel luglio scorso il mandante dell’attentato Luigi Sementilli si era costituito per scontare due anni e cinque mesi di carcere dovuti all’incendio dell’auto del maresciallo. Questo, come già detto, era avvenuto nel 2011, quando Sementilli incaricò due giovani per incendiare la macchina di Falena, al fine di vendicarsi del sequestro di alcuni fucili avvenuto per motivi di sicurezza, poiché spesso l’uomo era solito litigare con i vicini. Dopo l’accaduto Sementilli è stato arrestato e nel 2013 gli sono stati concessi i domiciliari, mentre nel febbraio 2015 è stato condannato a tre anni di reclusione. Nel 2018 è stato rigettato il suo ricorso in Cassazione e, infine, si è costituito lo scorso luglio.