Potrebbe esserci la svolta nella battaglia legale contro i responsabili dell’inquinamento nella Valle del Sacco. Il Pm Luigi Paoletti ha chiesto al Tribunale di Velletri due anni di reclusione per: Carlo Gentile, rappresentante legale della Caffaro di Colleferro, Giovanni Paravani, responsabile tecnico del consorzio Servizi Colleferro, Renzo Crosariol, responsabile depurazione delle acque, e Giuseppe Zulli, ex direttore della centrale del latte di Roma.
Le prime tracce dell’inquinamento nella Valle risalgono a quindici anni fa, quando furono rinvenuti venti bovini morti nel rio Santa Maria e la Asl trovò il beta-HCH nel latte proveniente dagli allevamenti. Il beta-HCH, ovvero il betaesaclorocicloesano, è un sottoprodotto del pesticida lindano, vietato dal 1978 e pericolosissimo per la salute, che può causare seri problemi a livello neurologico, cardiocircolatorio, endocrino, immunitario, renale e riproduttivo.
Secondo gli inquirenti il pesticida proveniva dall’azienda Caffaro, finito poi nel fosso Cupo e successivamente nel Sacco, contaminando acqua e suolo per poi finire nel latte, come accertato anche dall’Istituto zooprofilattico, dall’Arpa Lazio e dall’Ispra.