Un medico di famiglia iscritto allo SNAMI, il Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani, ha reso noto sui social quanto accaduto in merito all’approvvigionamento di mascherine presso il distretto sanitario di Anagni, e più in generale riguardo all’emergenza Coronavirus in Ciociaria.
“Sono Medico di Famiglia iscritto allo SNAMI, sindacato di MMG molto poco allineato e nel giusto modo critico verso le dirigenze. E’ dall’inizio di questa MALEDETTA GUERRA, che chiediamo i presidi: maschere, camici, guanti. Abbiamo segnalato a tutti ed urlato in ogni direzione. La prima richiesta il 23 febbraio 2020. Nessuna risposta, nessuna considerazione. Solo lo sberleffo di ieri ad Anagni. Mascherine ridicole, inqualificabili. Stiamo combattendo una guerra vera. Chi ha assegnato quelle mascherine si è semplicemente e impietosamente preso gioco di noi. Meglio il silenzio e l’essere stati ignorati da tutti per 37 giorni, che lo sberleffo. Una guerra combattuta da soli, senza mezzi e pure sbeffeggiati. Costretti da un assurdo programma di sorveglianza telefonica, ad attendere che i pazienti si aggravino, per poter cominciare a pietire un tampone. Poi il resto, le polmoniti, le rianimazioni, le morti. Quindi a seguire la sorveglianza telefonica dei congiunti, stesso iter, l’implacabile attesa della dispnea per elemosinare di nuovo il tampone. Ho la sensazione che sia stato programmato il contrario di quanto fosse necessario, forse dovevamo andare nelle case, con le maschere, coi guanti, coi camici monouso, i calzari, i copricapo e le visiere per intercettare ai primi sintomi i sospetti ed anticipare gli interventi diagnostici e terapeutici, invece che costretti ad attendere al telefono, senza protezioni, le polmoniti interstiziali bilaterali. Ieri sera allo Spaziani di Frosinone è deceduto un mio paziente. Non è tempo di critiche, lo so, ma neppure di silenzi. Per questo vi prego di condividere questo mio scritto“.
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