Il Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani ha segnalato alla Asl di Frosinone una criticità relativa alle dimissioni dei pazienti dall’Area Covid-19 dell’Ospedale Spaziani del capoluogo.
Secondo lo SNAMI i pazienti vengono dimessi dopo due tamponi risultati negativi, con una fase infettiva verosimilmente terminata, che però comporta ancora un impegno polmonare e di altri apparati.
La risoluzione infettivologica dunque non rappresenta la guarigione clinica.
Per il sindacato i pazienti andrebbero monitorati e accuratamente controllati nel tempo, tramite esami come la TAC in alta risoluzione a distanza di un mese.
“L’inconveniente è che dopo la dimissione ordinaria per direttiva della Asl, che ha contemporaneamente anche sospeso le prenotazioni degli accertamenti di controllo tramite impegnativa del Servizio Sanitario Nazionale, gli esami previsti di controllo non trovano possibilità di attuazione secondo la norma vigente – dichiara il sindacato – Con tale modalità di fatto si rimandano a casa, senza ulteriore possibilità seria di sorveglianza sanitaria, in una condizione di malattia ad evoluzione sconosciuta, dei pazienti clinicamente complessi che non potranno eseguire gli accertamenti fondamentali necessari“.
Lo Snami, dunque, suggerisce alla Asl la soluzione ritenuta più sicura, ossia la procedura della dimissione protetta al posto della dimissione ordinaria.
“Come il termine stesso indica, il paziente rimane protetto dalla struttura ospedaliera. Non solo eseguirà regolarmente tutti gli indispensabili accertamenti programmati, ma in caso di necessità sarà garantito dal fatto di non aver abbandonato il regime ospedaliero. E’ per questa organizzazione sindacale perfettamente logico adottare questo sistema, ottimale sia per i pazienti che per l’organizzazione sanitaria“.