“La tanto annunciata e auspicata “Fase due” è diventata al massimo “Fase 1 e mezzo”, con timidissime aperture e interi comparti strategici lasciati nella più completa incertezza”.
Duro il commento del presidente di Confcommercio Lazio Giovanni Acampora in merito all’imminente avvio della Fase 2, previsto per il prossimo 4 maggio.
“Nel discorso di Conte, nessuna certezza sugli aiuti economici, nessuna visione complessiva sulla gravità dello “tsunami” che si sta abbattendo sul sistema delle imprese e più in generale sulla nostra società, e ancora tanta confusione”.
Secondo Acampora, nel settore della ristorazione e dell’intrattenimento 50 mila imprese rischiano e di chiudere e 350 mila persone di perdere il lavoro.
“Sui bar, ristoranti, pizzerie, catering, intrattenimento, solo una data ipotizzata, sugli stabilimenti balneari solo un timido accenno, interi comparti neanche nominati, tra cui gli ambulanti. Tutto ciò produrrà solo per i pubblici esercizi altri 9 miliardi di danni che portano le perdite stimate a 34 miliardi in totale dall’inizio della crisi”, dichiara il presidente di Confindustria.
Acampora ha poi rimarcato che molti dipendenti sono ancora in attesa della cassa integrazione e che la “poderosa liquidità” stenta a decollare, mentre l’assegno di 600 euro per i liberi professionisti è insufficiente.
Così come non vi è traccia di contributi a fondo perduto e moratoria su tasse e contributi.
“E beffa delle beffe il divieto di licenziamento per altri due mesi; cioè le aziende con un prevedibile, anzi certo, calo del fatturato oltre il 50% minimo, saranno costretti a non licenziare ma solo a fallire”, conclude Acampora”.