Il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani ha illustrato il percorso che ha portato, domenica 14 giugno, all’arrivo del primo treno Frecciarossa nella stazione di Frosinone.
Secondo il primo cittadino tale obiettivo è stato raggiunto in quattro fasi.
La prima fase, nel 2012, ha riguardo il miglioramento del collegamento con Roma, quando alcuni treni impiegavano anche un’ora e quaranta minuti per arrivare a Termini.
“Per questo abbiamo preso contatti con il gestore del servizio per realizzare una sorta di metropolitana leggera verso la Capitale: in altri termini, 4/5 corse dirette senza fermate intermedie, con i tempi di percorrenza verso e da Roma di 35/40 minuti – si legge, infatti, nel documento programmatico di otto anni fa – In tal modo i frusinati diventerebbero parte integrante dell’area metropolitana romana, utilizzandone tutti i vantaggi economici e sociali (università, ministeri ed altre opportunità lavorative), mentre i romani potrebbero venire a vivere nella nostra città, con costi per l’acquisto di beni e servizi, ad iniziare dalle abitazioni, sensibilmente inferiori a quelli della capitale“.
La seconda fase, aggiunge il sindaco, si è concretizzata nel 2017, con la delocalizzazione del nuovo terminal dei bus Cotral e l’avvio del restyling del quartiere della stazione, con la creazione di una piazza davanti la chiesa della Sacra Famiglia.
La terza fase è stata completata il 28 giugno 2019, con la firma del protocollo tra Comune di Frosinone e Ferrovie dello Stato, alla presenza del sindaco Nicola Ottaviani e dell’A.D. e Direttore Generale di FS, Gianfranco Battisti: investimento complessivo di circa 30 milioni di euro da parte di Ferrovie dello Stato e Comune per il nuovo assetto della stazione e del quartiere, con la nuova fermata del Tav a Frosinone.
Infine la quarta e ultima fase, con l’arrivo del Frecciarossa alla stazione del capoluogo domenica 14 giugno.
“Dobbiamo essere in grado di veicolare su Roma, e lo faremo con il Consorzio Frosinone Alta Velocità, il concetto che, ad appena 40 minuti di treno, comodamente seduti, i romani possono trovare una nuova zona Eur in periferia, con tutti i vantaggi e gli standard qualitativi di un capoluogo. I Comuni, gli imprenditori, i sindacalisti e gli altri stakeholder del territorio, si rimbocchino le maniche, tutti – ha concluso Ottaviani – per dimostrare di essere classe dirigente e credere fino in fondo in questa scommessa, attuale e concreta”.