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CronacaPrimo piano

Sora: operazione “Requiem”, trentuno arresti

Grossa operazione antidroga condotta dagli uomini della Guardia di Finanza e della Polizia, nella zona del Sorano, in Provincia di Frosinone. L’operazione denominata “Requiem, ultimatum al crimine” e’  stata portata a termine, nella notte di martedi 6 ottobre. Trentuno arresti  e sequestrati  beni per 40mila euro. Emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Roma su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica  del Tribunale di Roma un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali nei confronti di 27 soggetti, di cui 17 in carcere e 10 agli arresti domiciliari, nonché dell’obbligo di dimora nel Comune di residenza nei confronti di un ulteriore soggetto, ed ha disposto, altresì, il sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta e per equivalente di 40 mila euro.  Gli agenti della Squadra Mobile hanno poi  eseguito  3 provvedimenti di fermo di indiziato di delitto emessi dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cassino, facenti riferimento ad un altro filone d’inchiesta. Le indagini sono scattate nel 2018 dopo alcuni  arresti  per droga e diversi sequestri di ingenti quantitativi di sosteanze stupefacenti avvenuti a Sora.  Sempre dalle indagini e’ emerso che i singoli episodi di spaccio erano riconducibili ad una vera e propria organizzazione malavitosa, ben strutturata e diffusa sul territorio sorano ed in stretto contatto con gruppi malavitosi stanziati in territorio campano, ed in particolare nei quartieri Scampia di Napoli e Bronx di San Giovanni a Teduccio, dai quali avveniva l’approvvigionamento delle sostanze stupefacenti. Il trasporto veniva effettuato da appositi corrieri che, per evitare eventuali controlli, si alternavano nel tragitto dalla Campania al basso Lazio, fino al territorio sorano, dove la sostanza stupefacente veniva smistata e stoccata in diversi luoghi, tra cui il principale  che era  un impianto di autodemolizione di materiali ferrosi. La direzione delle indagini, data la gravità dei reati contestati, passò poco dopo per competenza alla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica, presso il Tribunale di Roma. L’operazione ha fatto emergere un capillare sistema di spaccio di droga, attuato da due associazioni a delinquere, una, composta da elementi del territorio e l’altra, da componenti provenienti dalla Campania. Sempre da indagini e’ emerso che, mentre il gruppo di spaccio “locale” aveva posto tutte le proprie energie nell’attività  del traffico di droga , il gruppo  campano aveva esteso i propri interessi a vari ambiti, infiltrandosi nel tessuto economico sociale in maniera spregiudicata e violenta. In particolare i vertici  della banda gestivano anche un’attività di pompe funebri che si era ingrandita velocemente, ascesa che era stata possibile grazie ai guadagni dell’illecito traffico di sostanze stupefacenti – quantificati in oltre 9.000 euroa settimana – che venivano successivamente reimpiegati anche nell’attività dell’azienda funebre, la quale poteva così offrire a bassissimo costo servizi con auto di lusso, peraltro senza adempiere agli obblighi di presentazione delle dichiarazioni fiscali. L’obiettivo era quello di monopolizzare il mercato delle pompe funebri, mettendo economicamente in ginocchio le attività preesistenti e cercando di vincere la resistenza dei concorrenti con gravi atti intimidatori.  A maggio, infatti, i tre destinatari del provvedimento di fermo  hanno fatto  trovare   davanti all’ingresso di un esercizio di pompe funebri una testa di maiale,  chiaro gesto mafioso.

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