Nei giorni scorsi, i Guardiaparco del Comune di Pescasseroli hanno individuato, nei pressi di Forca D’Acero (Comune di San Donato), un raccoglitore abusivo. Tutto è nato dopo aver accertato la presenza di un’auto e seguito le tracce sulla neve dell’uomo e dei due cani che lo accompagnavano. Numerosissime le buche scoperte che testimoniano la raccolta abusiva, buche poi non richiuse come invece prevede la norma.
All’uomo sono state contestate diverse violazioni. Risulta infatti che non fosse munito di autorizzazione del Parco e che non possedesse un vanghetto per la raccolta. In aggiunta al tutto è stata inoltre contestata la violazione sulle norme anti Covid. Al 56enne sono stati sequestrati i tartufi raccolti, circa 1 Kg, che andranno distribuiti in una Residenza per Anziani. Gli episodi ai danni dell’ecosistema e delle persone oneste che svolgono questo lavoro all’interno del Parco purtroppo sono numerosi, e ciò che fa meraviglia è che tendano ad aumentare in un periodo particolare come quello che stiamo vivendo. In risposta a questa denuncia, scendono in campo alcuni tartufai di Alvito e dintorni che chiedono un maggiore supporto da parte dell’Ente Parco:
“Il Parco impone da tempo le sue leggi ai tartufai – spiegano – e spesso ci sentiamo estranei a casa nostra. Sono di Alvito e non dovrei sentirmi straniero nel territorio di Valle Lattara, ad esempio. Per ogni metro va inoltrata una domanda al Comune e al Parco, dopodiché è possibile percorrere alcune zone (limitate). Con il primo lockdown siamo arrivati all’esasperazione e il Parco ci ha tagliato le gambe, anziché venire in nostro supporto. Aldilà dei tartufai abusivi, esistono tanti professionisti corretti che stanno penando per arrivare alla fine del mese. Il Parco deve rivedere le leggi interne e concretizzare quell’idea che vedeva tartufai, cacciatori e naturalisti convivere insieme, nel massimo rispetto delle norme. Nel frattempo, però, non riteniamo giusto essere perseguiti e denunciati, mentre i veri ladri sono in giro e spaventano davvero intere cittadine”.