“Autorizzare l’ampliamento dell’inceneritore di San Vittore, con l’aggiunta di una quarta linea di incenerimento, significa martoriare ancor di più, dal punto di vista ambientale e sanitario, un territorio che sta già pagando un prezzo altissimo a causa dell’inquinamento atmosferico. Con una Interrogazione ho chiesto al Presidente Zingaretti e all’Assessore ai Rifiuti, Valeriani, come intendano muoversi in merito alla proposta progettuale di aumento della capacità di termovalorizzazione dell’impianto, attualmente in istruttoria presso gli uffici regionali”.
Lo ha dichiarato Loreto Marcelli, consigliere M5S alla Regione Lazio e vice-presidente della Commissione Sanità
“Il termovalorizzatore di San Vittore, sin dalla sua entrata in esercizio ha già prodotto un notevole numero di emissioni nocive, con gravi danni per l’ecosistema e per i cittadini residenti nella zona e più che un incremento, sarebbe auspicabile un calo della capacità di incenerimento, anche in considerazione di quanto riportato nel Piano regionale di Gestione dei Rifiuti, secondo il quale la potenzialità attuale del termovalorizzatore, pari a 400mila tonnellate, è sufficiente a soddisfare il fabbisogno regionale e che il possibile aumento della potenzialità dovrà essere attuata in maniera moderata e limitata al recupero di specifici flussi di fanghi che non li rendono adatti ad altri impieghi. Se poi teniamo conto che, sempre secondo il PRGR, le necessità a livello regionale scenderanno sotto le 400mila tonnellate a partire dal 2022, non è chiara la ratio per la quale la Regione abbia dato avvio, nello scorso dicembre, alla procedura per la quarta linea, mentre sarebbe più opportuno, anche alla luce delle nuove tecnologie disponibili, le cosiddette BAT, valutare la metodologia più idonea a conseguire la riduzione dei rifiuti emissivi”.
“Il raggio di influenza di questo mega impianto di combustione è di circa 20 km e troppi dati, tra i quali quelli dell’Istituto Tumori Regina Elena – ha concluso Loreto Marcelli – confermano purtroppo un alto indice di incidenza tumorale nella popolazione della zona. Ampliare quella che sembra essere già un bomba ecologica vuol dire dare un altro duro colpo ad una provincia che vede già una persistente ed elevata criticità ambientale”.
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