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CronacaPrimo piano

Cassino: depuratore sequestrato, comunicato di Allerta Cerro

“Il Comitato Allerta Cerro apprende con imperturbabilità la notizia odierna che riguarda l’esecuzione di un’ordinanza di applicazione di misure cautelari reali e personali, emanata dal GIP presso il Tribunale di Cassino, nei confronti della società AeA che gestisce il depuratore Cosilam, ordinanza che ha portato al sequestro del depuratore stesso. Veniamo a conoscenza di quanto riportato dai quotidiani locali chiedendo cautela e rinunciando a manifestazioni o dichiarazioni di giubilo. Cautela, perché l’etica che ha sempre orientato il nostro comitato nell’opera di controllo del territorio, di denuncia e costante pungolatura nei confronti delle istituzioni presenti non potrà essere offuscata dal “tintinnar di manette” di queste ore. Per quanto sia difficile trattenere la rabbia, far “parlare la pancia” e lasciarsi andare agli istinti più bassi, riteniamo che l’iter giudiziario debba continuare il proprio corso nei luoghi deputati senza preventivi processi mediatici, ciononostante, qualora dovessero ricorrere i presupposti, il Comitato Allerta Cerro sarà il primo a costituirsi parte civile. Non daremo atto a manifestazioni o dichiarazioni di giubilo per quella che è la natura e la corretta interpretazione dei reati contestati ex art. 452 bis c.p. Un considerazione preliminare, in materia dei reati ambientali, si rende necessaria perché alla base della nostra posizione in merito alla vicenda odierna. La direttiva con la quale la Comunità europea ha espresso preoccupazione per la rapida estensione dei reati ambientali, che hanno causato importanti conseguenze all’ecosistema e per l’uomo e che ha vincolato il legislatore italiano a un necessario inasprimento delle sanzioni penali, è la 2008/99/CE e risale a circa 15 anni or sono. Per tutto questo tempo abbiamo dovuto assistere a un continuo balzello delle istituzioni politiche italiane dinnanzi a vere e proprie catastrofi ambientali che hanno caratterizzato in negativo l’intero sistema paese. Istituzioni politiche, che se da una parte promettevano il corretto bilanciamento tra il diritto alla libera iniziativa economica privata e il diritto alla salute [e contestualmente in difesa dell’ambiente], dall’altra cedevano terreno al primo, accettando che i diritti economici soverchiassero, in concreto, i diritti sociali. Un secondo ordine di considerazione, in relazione al reato contestato di cui sopra, proviene dall’interpretazione con la quale la Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza nr. 50018 del 2018, si è espressa sul danno necessario volto a integrare la fattispecie prevista e punita dall’articolo 452 bis del c. p., ovvero il reato di inquinamento ambientale. La Corte ha precisato che ai fini dell’accertamento dei delitti di cui all’articolo in questione, si renda necessario verificare l’esistenza di un concreto pregiudizio all’ambiente stesso. In soldoni, stiamo parlando di un reato di danno concreto e non di rischio. In attesa di ulteriori sviluppi, dunque, e nel ringraziare il prezioso e costante lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura inquirente, non avvertiamo l’esigenza di annunciare entusiasmo ed euforia dinnanzi all’ eventuale ennesimo accertamento del danno ambientale che andrebbe a sommarsi alle tante e ulteriori sventure e disastri che hanno vessato il territorio cassinate. Il comitato Allerta Cerro continuerà ad operare e vigilare come ha sempre fatto fino ad oggi insieme ai cittadini, comitati e movimenti che ci hanno sempre supportato, auspicando che il terreno lasciato sguarnito dalle istituzioni politiche e che ha reso necessario l’intervento della magistratura possa essere rioccupato dalle prime con il senso di responsabilità e controllo che dovrebbe contraddistinguerle”.

Dario Leva, Presidente Comitato Allerta Cerro
Giovanni Carrino Jr, Portavoce Comitato Allerta Cerro

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