Le istituzioni del territorio unite per prevenire e contrastare il drammatico fenomeno della violenza di genere. E’ stato firmato un protocollo d’intesa che impegna Procura, Prefettura, Provincia, Asl e Ordine degli Avvocati di Frosinone ad attivare un coordinamento inter-istituzionale, finalizzato al sostegno e alla tutela delle donne, attraverso azioni informative e di sensibilizzazione e con l’assistenza e il sostegno alle vittime di violenza.
Il documento è stato firmato nella Sala conferenze della Prefettura di Frosinone, dallo stesso prefetto, il dottor Ernesto Liguori; dal procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Frosinone, il dottor Antonio Guerriero; dal presidente della Provincia di Frosinone, l’avvocato Antonio Pompeo; dalla direttrice generale della Asl, la dottoressa Pierpaola D’Alessandro e dall’avvocato Fabrizio Zoli, tesoriere dell’Ordine degli Avvocati di Frosinone. Presenti anche il questore di Frosinone, dottor Domenico Condello insieme al comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Alfonso Pannone e al tenente colonnello Gaetano Maragliulo della Guardia di Finanza.
A introdurre motivazioni, linee guida, obiettivi e strategie del protocollo è stato il Prefetto Ernesto Liguori che ha sottolineato “come il sempre più frequente ripetersi di episodi di violenza sulle donne richiede una forte e sinergica azione da parte di tutti i soggetti istituzionali. Il documento interviene in tre ambiti fondamentali: la prevenzione e il contrasto dei fenomeni di violenza di genere attraverso la promozione e diffusione di buone prassi basate sul raccordo tra l’attività delle Forze di Polizia e dei servizi socio-assistenziali territoriali; l’assistenza sanitaria, psicologica e legale alle vittime e l’offerta di percorsi di presa in carico anche per le persone sottoposte all’ammonimento del Questore quali autori di violenza di genere e infine l’educazione alla parità di genere mediante iniziative di formazione e sensibilizzazione della popolazione, in particolare in ambito scolastico”.
Il procuratore Guerriero ha evidenziato soprattutto l’importanza della prevenzione nel fenomeno della violenza di genere, che deve essere necessariamente accompagnata dalla cura dell’altro, dei più deboli e fragili. “La violenza di genere – ha detto – è spesso frutto dell’incapacità dell’uomo di accettare la libera determinazione della donna ed è per questo che uno degli obiettivi principali a cui puntare è quello di offrire alle donne, alle vittime di violenza e maltrattamenti l’autonomia e l’indipendenza dagli autori dei reati. Fondamentale, in questo senso, la raccolta dei dati, senza dimenticare l’assistenza ai fragili, gli anziani, i minori, i portatori di handicap, i soggetti con problematiche mentali, gli autistici. Ognuno di noi, senza protagonismo, può lavorare assicurando un contributo di azione e dare una risposta da mettere in rete con gli altri. Ecco il sistema integrato, ecco lo scopo del protocollo in cui confido fortemente: la differenza la fa la cultura dell’organizzazione”.
Dell’azione messa in campo dalla Provincia e del progetto di rete ‘Artemis’, aperto a istituzioni, enti e associazioni, ha parlato il presidente Antonio Pompeo: “Non potevamo non rispondere a un’emergenza come quella emersa in maniera ancora più evidente nel periodo della pandemia e abbiamo fatto una scelta concreta decidendo di utilizzare i fondi per l’emergenza Covid per rispondere al grido di allarme delle vittime della violenza di genere. Abbiamo scelto di fornire sostegno a tutte le persone che durante la pandemia hanno subito violenza e maltrattamenti e lo abbiamo fatto attraverso il progetto ARTEMIS, consapevoli e convinti che il primo impegno che siamo chiamati a svolgere sia quello rivolto al sociale. La nostra risposta al sistema integrato è ovviamente di collaborazione piena, alla quale non ci sottrarremo mai. La firma di questo protocollo d’intesa – ha concluso Pompeo – va esattamente nella direzione di mettere in campo azioni e strategie condivise per affrontare con maggiore forza, consapevolezza e incisività un fenomeno che – i fatti purtroppo ce lo dimostrano – è ancora tristemente diffuso, anche nella nostra provincia”.
Fiera e orgogliosa di far parte del gruppo di lavoro contro un fenomeno che va strenuamente combattuto ma, prima di tutto, estirpato, si è detta la direttrice generale Asl D’Alessandro, che non ha mancato di fornire dati concreti sui casi di violenza ‘toccati con mano’ dall’Azienda sanitaria locale: 404 casi nel 2021 e già 221 in questi primi mesi del 2022.
“Un protocollo puntuale, all’avanguardia, che mette a sistema tutti i vari servizi istituzionali e consente al cittadino offeso di avere un accesso unico, per gli stessi, senza dover rincorrere gli enti – ha detto la dg – La Asl di Frosinone attiverà nei pronto soccorso e nei consultori familiari un supporto sia psicologico che clinico, nel totale rispetto della privacy, lavorando in sinergia con tutte le istituzioni”.
Dell’aspetto più squisitamente legale e di un canale dedicato alle informazioni relative al patrocinio a spese dello stato e, quindi, per ottenere assistenza legale e tecnica gratuitamente, ha parlato infine l’avvocato Fabrizio Zoli, in rappresentanza dell’Ordine degli Avvocati di Frosinone.
“È poco conosciuta la circostanza che il patrocinio gratuito venga erogato in caso di violenza di genere e reati contro la famiglia, nei processi penali e nelle cause civili di risarcimento, senza il limite di reddito, diversamente applicato in tutti gli altri casi. Inoltre gli Ordini forensi del Lazio hanno siglato un protocollo con la Regione Lazio che consente alle vittime di violenza di ricevere comunque assistenza legale gratuita in caso di redditi maggiore di 11.746,68 euro: in questo caso lo spettro dei reati e della casistica coperti è ancora più ampio e ricomprende anche lo stalking. L’Ordine, infine, può fornire orientamento anche su altri istituti giuridici poco conosciuti come il Fondo garanzia Legge 122/2016 per l’indennizzo alle vittime di reati violenti oppure sui benefici in favore degli orfani di crimini domestici e della violenza di genere e delle famiglie affidatarie o sul recentissimo istituto del reddito di libertà”.
Questo nuovo impulso ad attivare una rete anti-violenza arriva peraltro all’indomani dell’ennesimo caso di femminicidio: la morte, per mano violenta del suo ex fidanzato, della trentaseienne Romina De Cesare, che viveva e lavorava a Frosinone. Un altro episodio efferato che, purtroppo, ha riempito le pagine di cronaca e acceso, se possibile ancora più forti, i riflettori sulla necessità di sensibilizzare l’opinione pubblica, e i giovani in prima battuta, alla cultura del rispetto dell’altro.
C.T.