È durata quasi 10 anni la vicenda giudiziaria di un uomo di Minturno, arrestato nel 2013 dai Carabinieri del luogo perché trovato in possesso di un’arma clandestina con matricola abrasa ed occultata insieme ad altre parti di armi e munizioni in un terreno di Minturno. L’uomo infatti era stato fermato dai militari e condotto sul terreno a lui in uso per una perquisizione, dalla quale sotto un coperchio in cemento nei pressi di un pozzo veniva rinvenuta una pistola perfettamente funzionante e vari pezzi di armi. Il 50enne, difeso dall’Avvocato Pasquale Cardillo Cupo, veniva condannato nel 2015 dal Tribunale di Cassino, Presidente Capurso, ad 1 anno e sei mesi di reclusione ; tuttavia la sentenza veniva annullata dalla Corte di Appello di Roma e rimandata al Tribunale di Cassino per nuova decisione perché la difesa evidenziava la nullità della prima decisione in quanto adottata 30 minuti prima dell’orario indicato a verbale, causando così un pregiudizio all’imputato, in quanto essendo stato anticipata l’ora della decisione non aveva potuto parteciparvi. Ieri, così, dopo molti anni, la nuova decisione, con il collegio che questa volta accoglieva le richieste dell’avvocato Pasquale Cardillo Cupo e mandava assolto l’imputato in quanto secondo la tesi difensiva non vi era in atti la prova che il terreno fosse ad uso esclusivo del minturnese, atteso che nel corso del processo era emerso che anche altri familiari erano soliti recarvisi, mancando così la prova certa della riconducibilità delle armi al giovane.
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