Nell’ambito dell’intensificazione dei servizi di controllo del territorio, predisposti dal Questore di Frosinone dr. Domenico Condello, volti a contrastare in particolar modo i reati legati al traffico delle sostanze stupefacenti, la Polizia di Stato di Frosinone ha effettuato mirati controlli su soggetti residenti in provincia, attualmente sottoposti al regime degli arresti domiciliari, più precisamente i detenuti per reati legati proprio allo spaccio di stupefacenti.
Nel corso delle attività il personale della Squadra Mobile si è recato nell’abitazione di un trentaduenne residente ad Alatri, arrestato nel 2019 in occasione dell’operazione denominata “Coprifuoco” che ha portato all’arresto anche di altri soggetti tra Frosinone ed i comuni limitrofi.
Il giovane, cui viene concessa l’opportunità di fruire di permessi per svolgere attività sportiva come calciatore dilettante, sta scontando la pena detentiva in una casa ubicata nella campagna alatrense, composta da due unità, e nell’altro appartamento vive suo fratello, un barbiere con precedenti specifici sempre legati allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Per questo la perquisizione domiciliare è stata estesa all’abitazione limitrofa, dove all’interno di un mobile del soggiorno è stata rinvenuta una busta di plastica contenente cinque panetti di sostanza di colore bianco, risultata essere cocaina, per un peso complessivo superiore ai 5 chilogrammi.
I panetti di cocaina erano contenuti all’interno di diversi strati di pellicola e riportavano impresso sia su un adesivo che a stampo il termine “NADOR”.
Mentre gli investigatori erano impegnati nelle operazioni di perquisizione si è presentato alla porta dell’abitazione un altro soggetto, anche questi arrestato nell’ambito dell’operazione del 2019 ed anch’esso sottoposto al regime degli arresti domiciliari, col permesso di assentarsi per svolgere la propria attività lavorativa presso un autosalone del capoluogo.
Quest’ultimo alle domande degli agenti circa le motivazioni della sua presenza in quel luogo non è stato in grado di dare una versione credibile ed è stato denunciato in stato di libertà per la palese violazione degli obblighi cui è sottoposto.
Per il trentenne, nella cui disponibilità è stata trovata la rilevante quantità di sostanza stupefacente, si sono aperte le porte del carcere.
I 5 chilogrammi di cocaina una volta suddivisi in dosi ed immessi sul mercato avrebbero fruttato fino a due milioni di euro, ma le donne e gli uomini della Polizia di Stato con il loro intervento sono riusciti ad impedirlo, sequestrando la grande quantità di droga.