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CronacaPrimo piano

Corte d’assise: “Morganti, ucciso per rissa degenerata”

La Corte d’assise del Tribunale di Frosinone ha reso noto le motivazioni della sentenza, dello scorso 26 luglio, emessa nell’ultima udienza del processo per l’omicidio di Emanuele Morganti. Come si ricordera’ tre dei quattro imputati: Michel Fortuna, Paolo Palmisani e Mario Castagnacci, furono condannati a sedici anni, mentre Franco Castagnacci venne assolto. Una sentenza che suscito grande clamore e molte critiche.  Nelle 144 pagine la Corte di Assise spiega le motivazioni per cui e’ stata esclusa la configurabilita’ dell’omicidio volontario. Prima di tutto la Corte ha escluso la rissa “come era sostenuto dalle difese nelle loro conclusioni”. “Allo stesso modo – e’ scritto nelle motivazioni – l’istruttoria dibattimentale e la ricostruzione  della dinamica degli eventi, porta a non condividere la qualificazione giuridica dei fatti come omicidio volontario, tesi sostenuta dalla pubblica accusa”. Per i giudici della Corte d’Assise “non e’ stata utilizzata , come scritto sempre nelle pagine delle motivazioni- alcuna arma per colpire Emanuele. La vittima e’ stata colpita anche  in punti vitali del corpo, a piu’ riprese, ma senza corpi contundenti”. Per la corte, poi, “non e’ e’ emerso nemmeno che Emanuele fosse stato ripetutamente colpito, anche, quando  ormai era per terra o se, invece, gli imputati, vedendolo a terra, sia siano limitati, soltanto ad inveire. Per i giudici di Corte d’assise, “la morte di Emanuele e’ stata la conseguenza dell’impatto col capo contro il montante dell’automobile Skoda blu”.  Inoltre, “dopo l’aggressione a Emanuele  – e’ scritto anche – che gli imputati  abbiano proseguito la serata altrove in quanto nessuno di loro ha avuto la consapevolezza della gravita’ della situazione”. Pertanto “se da una parte depone negativamente sull’assente capacita’ di valutazione degli eventi e sulle personalita’ dei protagonisti, al tempo stesso rappresenta un ulteriore indice dell’inesistente volontarieta’ omicida”.

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