L’assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato, durante una videoconferenza con i consiglieri regionali, ha illustrato il quadro relativo alla “Fase 2”, che verrà attuata una volta superata la parte più critica dell’emergenza Covid-19.
Sono previsti dunque trecentomila test sierologici per forze dell’ordine e personale sanitario, al fine di valutare la circolazione del virus nel Lazio.
Diffusione dello smart working nella pubblica amministrazione, pannelli divisori negli uffici che hanno contatto con il pubblico, distanziamento sociale e mascherine soprattutto nei luoghi chiusi.
Infine l’obiettivo è rendere il vaccino anti-influenzale obbligatorio per gli ultra sessantacinquenni.
“Siamo in attesa di avere un’indicazione tecnica uniforme a livello nazionale, per quanto riguarda i test sierologici – ha spiegato D’Amato – Si tratta di prelievi venosi, che abbiamo sperimentato a Nerola, Contigliano e a Tor Vergata, hanno un elevato livello di attendibilità e accertano la presenza o meno degli anticorpi. A noi serve per capire quanto il virus abbia circolato nel Lazio, rispetto ai casi positivi già accertati. Nella sperimentazione il risultato è stato molto basso, poco più del’1 per cento, vedremo se lo studio confermerà o meno questo dato”.
L’assessore ha concluso l’intervento affermando che il Lazio è una delle regioni in cui il virus ha il tasso di mortalità più basso e una di quelle in cui sono stati effettuati più tamponi: 75 mila, di cui il 93% è risultato negativo.
“Abbiamo effettuato 335 ispezioni in tutto il Lazio, sono molte le carenze rilevate: quando avremo superato l’emergenza bisognerà ripensare tutto il sistema”, ha invece aggiunto D’Amato relativamente ai controlli su RSA e case di riposo.