Nesta incontra Cannavaro: “Quanti ricordi, Frosinone? Niente playstation, si gioca a carte”
Dopo Bobo Vieri, Fabio Cannavaro.
Alessandro Nesta spopola sui social network. Nel pomeriggio il tecnico del Frosinone è stato il grande protagonista di una lunga chiacchierata con l’ex compagno di reparto e capitano della Nazionale Campione del Mondo nel 2006.
“Sono un po’ anti social, con la tecnologia ho i miei tempi, piano piano arrivo – ha confidato Nesta all’amico Cannavaro, oggi tecnico in Cina – sono a Ferentino chiuso in casa. Esco pochissimo, giusto per fare la spesa, per il resto mi tengo in contatto con il mio staff, seguo gli allenamenti tramite la nuova applicazione “Zoom” e guardo molte serie tv, soprattutto sullo sport e sul calcio”.
Il tutto in attesa di tornare in campo ed essere di nuovo protagonista in panchina, alla guida del Frosinone, terzo in classifica nel campionato di Serie B.
“Ho avuto tanti allenatori importanti in carriera ed ho cercato di prendere spunto un po’ da tutti – ha dichiarato Nesta – ai miei giocatori dico sempre di allenare la mente e di stare sul pezzo. È importante avere i pensieri giusto già al momento dell’arrivo al campo. I giocatore devono pensare sempre, rileggere le partite e ragionare. Fare l’allenatore non è semplice. Per conquistare la fiducia di un giocatore ci vogliono tre mesi, per perderla un attimo. I giocatori non li freghi mai”.
Con Cannavaro, compagno fedele di mille battaglie in nazionale, si apre il lungo album dei ricordi.
“In nazionale avevamo sempre grandi squadre ma forse abbiamo vinto poco – ha raccontato Nesta – ho grandi ricordi, soprattutto delle prime avventure con l’Under 21e dell’europeo del 2000 in Olanda, quando avevamo i capelli lunghi e giocavamo con la fascetta ai capelli. La Play Station? Ho smesso, ormai non gioco più, me l’ha tolto mio moglie – sorride Nesta – prima ci giocavo tantissimo in ritiro ma Pirlo era peggio di me. Adesso qui a Frosinone i miei ragazzi preferiscono le carte, da questo punto di vista sono più antichi. Il calcio giocato mi manca tantissimo – ha concluso Nesta – i primi mesi dopo il ritiro stavo impazzendo ma ho capito che dovevo smettere quando ho incontrato Messi e il Barcellona per quattro volte in una stagione. Volevo chiudere al meglio e lasciare un grande ricordo al Milan e al calcio italiano”.