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Primo pianoSanità & Sociale

Visite ed esami, missione impossibile negli ospedali

Si allungano le liste d’attesa per le prestazioni pubbliche negli ospedali del Lazio. Lo denuncia la Uil sanità per voce del segretario generale Alberto Civica. Alla situazione già critica che si era creata nello scorso mese di marzo, quando sono saltate più di un milione di visite e altrettanti esami diagnostici, si aggiunge l’urgenza di queste ultime settimane, con i contagi da Covid 19 a livelli preoccupanti e nosocomi sempre più saturi.

I dati della Uil riportano tempistiche molto lunghe per ottenere visite ed esami, anche urgenti: si va dai 6/7 mesi per prenotare una risonanza magnetica, agli 8/9 mesi per un ecocardiogramma e i 9 mesi per un’ecografia. I tempi si allungano ulteriormente quando si richiedono visite specialistiche, dove l’attesa può durare ben oltre un anno. Una situazione che si fa drammatica soprattutto per i malati cronici per i quali diventa difficile essere seguiti con puntualità,  e che rende praticamente impossibile intraprendere qualsiasi percorso di prevenzione. A meno che, denuncia ancora il sindacato, non si decida di procedere con l’intramoenia.  Ricorrendo alle visite a pagamento, i tempi di attesa per esami e visite diventano magicamente più snelli: al massimo una settimana di attesa per effettuare gli stessi esami richiesti in regime di sanità pubblica, ma con costi decisamente superiori. Troppa la disparità di trattamento tra i pazienti che possono permettersi di pagare le visite rispetto a coloro che non ne hanno la possibilità,  sottolinea Alberto Civica, che ha portato questi dati all’attenzione della Regione Lazio.

Effetti collaterali dell’emergenza Coronavirus che rischiano tuttavia, e nemmeno tra troppo tempo, di diventare un ulteriore grave allarme sanitario e sociale.

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