Giornata della memoria, Ottaviani: “Considerare la Shoah una possibilità, sempre dietro l’angolo”
“Il modo migliore per lasciare in vita quanti hanno subito lo strazio della Shoah – ha dichiarato il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani – è quello di considerare la follia dell’eccidio, sempre presente, alla stregua di una possibilità nascosta dietro l’angolo.
Il vicino di casa, con cui scambi due chiacchiere sul pianerottolo, prima di andare al lavoro. Il compagno di classe, magari il più bravo, con quel sorriso timido quando ti passa il compito. L’impiegato che, da dietro uno sportello, ti augura buona giornata dopo averti consegnato il documento atteso.
Sembra di riconoscere dei volti, in queste descrizioni di vita quotidiana (benché, oggi, la quotidianità sia stata stravolta da una emergenza sanitaria, tuttora in corso). O ripensare a persone incontrate appena qualche ora fa, o la settimana scorsa.
Allora, immaginate che, da domani, non potrete più salutare il vostro vicino di casa. È diventato improvvisamente un estraneo, anzi: un nemico. Il compagno di classe, lui così studioso, non potrà più frequentare la scuola: è vietato. L’impiegato? Via da quel posto di lavoro, via: lui non è più autorizzato a ricoprire un incarico simile.
Siamo tutti d’accordo nel dire che tutto ciò sarebbe assurdo, ingiusto, aberrante, disumano. Eppure, meno di un secolo fa, è successo davvero: è successo nella nostra casa comune, in Europa, è successo nel nostro Paese. Nell’immane tragedia collettiva costituita dalla persecuzione e dall’Olocausto del popolo ebraico, confluiscono milioni di storie, di volti, proprio come quelli di un vicino di casa, di un compagno di scuola, di un impiegato. Sulla base di una delirante ideologia carica di violenza, di odio, di sopraffazione, di ingiustizia, milioni di persone – uomini, donne, bambini, anziani – sono state private della libertà, della dignità, dei propri legami familiari, della vita stessa. Noi, anche oggi, abbiamo il dovere di custodire il ricordo di quanto accaduto, per impedire all’orrore di ripetersi e per ristabilire il primato di valori come la pace, la coesione sociale, la solidarietà e, soprattutto, della cultura dell’ascolto dell’altro, in special modo quando non condividiamo il suo pensiero”.