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Attualità

Terremoti e tumori, la stretta correlazione con il Radon

Il radon è quel gas naturale, presente in natura, prodotto dal decadimento dell’uranio e pertanto elemento radioattivo a lento rilascio, è infatti presente in quantità variabili nel sottosuolo, intrappolato nelle rocce. Il legame tra emissioni di radon e terremoti ha una base scientifica concreta. La compressione e le microfratture che avvengono nello strato roccioso durante le ore che precedono un terremoto possono quindi fornire al gas una via per raggiungere l’atmosfera, determinando un aumento dei livelli di radon registrati nell’area. la prevenzione dei terremoti non dovrebbe limitarsi alla costruzione di strutture più resistenti: le scosse infatti si potrebbero prevedere con un ragionevole anticipo, monitorando le emissioni di radon nelle rocce dei territori a rischio. Questa è la teoria di Giampaolo Giuliani, ex tecnico dei Laboratori nazionali del Gran Sasso, venuto alla ribalta ai tempi del terremoto dell’Aquila, quando assicurò di aver previsto il sisma con ragionevole anticipo, proprio grazie all’analisi del gas radon emesso lungo la faglia. Immancabile, anche all’indomani del recente terremoto in Italia centrale, Giuliani ha assicurato di aver previsto la catastrofe, postando una serie di grafici “incontrovertibili” sulla sua pagina Facebook, che mostrerebbero un picco nelle emissioni a poche ore dalla scossa fatale. Per questo motivo, è ormai da decenni che si studia la possibilità di utilizzare il radon come precursore sismico, ovvero come indizio di un imminente terremoto.

Per quanto concerne invece il rapporto tra tumori e radon, l’attenzione su di esso è stata richiamata lo scorso mese di settembre a Frascati, quando un supermercato è stato chiuso improvvisamente per verificare la concentrazione di gas radon. Si tratta del Carrefour di piazza Marconi, dove la Filcams CGIL Roma Lazio, nel 2021, aveva già denunciato un’alta incidenza di tumori e altre malattie oncologiche in quel punto vendita. I sindacati avevano chiesto all’azienda di installare dei misuratori.

Il livello del radon, in quel supermercato è risultato essere fino a quattro volte superiore del limite consentito. Il gas radon è un inquinante presente in natura, impercettibile ai sensi umani, prodotto dal suolo e dalle rocce come effetto del decadimento radioattivo della catena dell’uranio. Diventa pericoloso per l’uomo solo quando presente in quantità elevate in ambienti chiusi. Come accaduto nel punto vendita Carrefour di Frascati, paese dei Castelli Romani, notoriamente aree vulcaniche, più soggette a costanti esalazioni di questo gas. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità è il secondo, dopo il fumo, fattore di incidenza nell’insorgere del tumore al polmone, responsabile del 10% dei 30mila registrati ogni anno in Italia. E il Lazio ne abbonda, con valori più alti di quelli di qualsiasi altra regione italiana.

L’ISPRA regionale ha avviato, tra il 2003 e il 2007, una serie di studi della diffusione del radon nei territori di Roma e Viterbo, poi allargate tra 2008 e 2011 a Latina, Frosinone e Rieti. Si misura in becquerel su metro cubo. Roma va meglio delle province. Nella Città Metropolitana i valori medi si attestano sui 96 Bq/m3 mentre superano ampiamente i 100 nelle altre province con picchi di 144 Bq/m3 a Viterbo e 142 Bq/m3 a Frosinone. Solo nove dei Comuni analizzati superano la media di 300 Bq/m3. Si tratta di paesi limitrofi ai laghi vulcanici di Bracciano e Vico, in provincia di Viterbo, o di frazioni dei Castelli Romani o del frusinate, nei quali è presente il tufo, pietra altamente concduttrice del gas. Il record lo registra Villa Santo Stefano, frazione di 1.600 anime in provincia di Frosinone, con una media di 513 Bq/m3 registrati nelle abitazioni del paese. Con decreto 101 del 2020 l’Italia ha recepito la direttiva 59/2013 dell’Euratom e ha stabilito una normativa per la misurazione e il contenimento del radon presente sui territori. Esso impone ai datori di lavoro misurazioni periodiche e prevede l’adozione entro un anno (27 agosto 2021) di un nuovo piano nazionale radon, “ancora in fase di redazione”, come riportato dal portale dedicato dell’ISS. L’art. 12 del decreto fissa il massimale a 300 Bq/m3 per i luoghi di lavoro (precedentemente 500 Bq/m3), 300 Bq/m3 per le abitazioni esistenti (precedentemente non considerate); e 200 Bq/m3 per le abitazioni costruite dopo il 31 dicembre 2024.

 

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