Nelle prossime settimane la Cisl presenterà l’Agenda per il nuovo Governo Regionale.
Il Lazio, dopo la Campania e la Sicilia, è la terza regione in Italia per numero di persone che si rivolgono agli enti per l’assistenza alimentare.
Il dato emerge da un recente studio condotto da ActionAid, che ha raccolto i dati forniti da Agea, l’agenzia governativa che fornisce aiuti economici e distribuisce le eccedenze alimentari agli enti del terzo settore.
Da giugno 2020 ad oggi la crescita è stata di 91.500 persone. Il dato di agosto 2022 è di 285.368 soggetti. Su una popolazione complessiva che non tocca i 6 milioni di abitanti. Vuol dire che il 5% della popolazione laziale chiede aiuti alimentari. A giugno 2020 erano 193.846, a gennaio 2021 183.260, a marzo 2022 266.316. Il report di ActionAid si chiama “Cresciuti troppo in fretta: gli adolescenti e la povertà alimentare in Italia”. Sono state raccolte testimonianze di giovani tra gli 11 e i 16 anni che vivono in condizioni di povertà alimentare. Emerge un quadro noto ma non per questo meno allarmante: tra i “nuovi poveri” ci sono famiglie che, nonostante il lavoro, o la sua perdita e precarizzazione, si sono trovate dall’oggi al domani in condizioni di indigenza assoluta. Ed è chiaro che i più esposti sono i minori, specialmente quando vivono in famiglie con più figli e gli stranieri.
Non c’è chi non veda quanto siano devastanti gli effetti. Non soltanto economici. Parliamo di rabbia, tristezza, delusione. Sentimenti che incidono nella sfera psicologica dei singoli e in quella sociale del nostro territorio Regionale.
In Italia oggi più di 5 milioni e mezzo di persone non possono permettersi di mangiare regolarmente un pasto proteico. Uno scenario assurdo, grave, inaccettabile, che deriva anche e soprattutto dalla crisi del mondo del lavoro.
Peraltro pochi giorni fa sono stati diffusi gli allarmanti dati sulla povertà del Rapporto Caritas. Il Segretario Generale della Cisl Luigi Sbarra, ha scritto su twitter: “Un vero dramma sociale. Il reddito di cittadinanza resta una misura importante ma va rivisto e migliorato. Ha ragione Papa Francesco: solo con il lavoro e gli investimenti si può combattere questo fenomeno tristemente dilagante”.
Il Rapporto della Caritas ci dice che la povertà, in sei casi su dieci, si eredita. Si tramanda da padre in figlio. Si cronicizza. Sottolinea la Caritas: “Il povero si rivela come l’anello debole di una catena che non si riesce a spezzare. E c’è un ritorno dell’aporafobia”. Cioè la paura del povero, l’intolleranza, la discriminazione. L’empatia dei mesi più duri della pandemia è lontanissima.
La stagnazione economica, gli strascichi della pandemia, inflazione, l’aumento del prezzo dell’energia, la crescita dei tassi di interesse sui mutui stanno minando il tessuto economico, produttivo e sociale.
Sull’inflazione l’Istat ha aggiornato i dati: l’aumento dei prezzi dei beni alimentari è passato dal +10,1% all’11,4%. Una stangata ulteriore di 650 euro a famiglia.
Tra le città in cui l’inflazione picchia maggiormente c’è Roma: l’aumento medio per la spesa è di 1.994 euro all’anno a famiglia. Non c’è bisogno di aggiungere altro. Se non che davvero non è pensabile rimandare continuamente scelte che possano sia rimettere in moto l’economia che potenziare il welfare. Non c’è più tempo.
Come Cisl del Lazio nelle prossime settimane presenteremo una Agenda Cisl per la nostra Regione per rilanciare lavoro, coesione, investimenti, produttività, inclusione, sanità politiche sociali e tanto altro.
Una road map che consegniamo a chi sarà chiamato a guidare la Regione Lazio dopo le urne, nella consapevolezza che per realizzare il Lazio del futuro occorre rimettere al centro la persona in un clima di concertazione e corresponsabilità sociale.